A Elebab...


Una storia molto antica



Disegno di Cosimo e Luigi
All'inizio tutta la terra aveva una sola lingua, tutti conoscevano le stesse parole. Emigrando dall'Oriente, gli uomini capitarono in una pianura dove decisero di costruire una città: "Venite, facciamoci mattoni e cuociamoli con il fuoco". La città si sviluppò in pochi anni, era bella e ricca, perché la terra dava sempre frutti.
Ma i cittadini decisero di costruire una torre: "Venite, costruiamoci una torre la cui cima tocchi il cielo. Una torre che dia grande fama al nostro nome e che ci tenga uniti per sempre!".
La torre, in realtà, era un tempio offerto agli idoli e per mezzo di essa credevano di poter giungere vicinissimi a loro. La chiamarono "la torre che tocca il cielo", Babele.
Il Signore scese in città per vedere la torre che stavano costruendo e disse: "Ecco, sono un solo popolo, hanno tutti una sola lingua e si sono inorgogliti; questo è l'inizio della loro opera: quanto avranno in progetto di fare non sarà per loro impossibile. Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l'uno la lingua dell'altro".
Il Signore li disperse su tutta la terra. La città rimase vuota e abbandonata.
Gli uomini si erano sentiti troppo importanti e potenti, erano diventati prepotenti e credevano di poter fare tutto quello che volevano. Per questo Dio decise di impedire che portassero a termine la loro impresa, facendo in modo che non parlassero più la stessa lingua.
Così gli uomini non stettero più tutti insieme. I popoli diversi, con la propria lingua, si stabilirono nelle diverse parti della terra. (Cf. Gen 11,1-9)


Simona, Cosimo e Giovanni


Trascorsero da allora tanti anni e l'umanità aveva conservato nel tempo questo suo punto debole, spesso si inorgogliva.
Dio allora decise di mandare suo Figlio, Gesù, per salvare l'umanità da Lui creata. Gesù passò per le strade della Palestina annunciando la venuta del Regno di Dio, un regno d'amore. Compì molti segni, aiutò chi era nel bisogno. Professeva l'uguaglianza e la fraternità, ma soprattutto il perdono. Lui, sì che conosceva l'animo umano, con le sue bellezze e i suoi limiti.
Prima di ritornare dal Padre suo però spiegò che il comandamento più grande era quello dell'amore. Inoltre promise di rimanere in mezzo ai suoi nel memoriale del pane spezzato.

Molti anni più tardi, un gruppo di seguaci di Gesù, chiamati cristiani, avendo ricevuto il dono speciale di sentirsi vicini a Lui nel Pane Eucaristico, decisero di fondare una nuova città: Elebab.
Volevano vivere davvero quello che Gesù aveva annunciato. Se un tempo a causa dell'orgolgio dell'umanità si erano dispersi, adesso volevano trovare un modo per unirsi di nuovo ma con la forza dell'amore e dell'umiltà.

Ancora oggi i cittadini di Elebab vivono con la speranza che un'altra umanità si diffonda ovunque...



Disegni realizzati da Simona, Cosimo e Giovanni

Un’altra umanità
Gen Rosso

“Ma dove andremo a finire se continua così?
- si sente spesso dire dalla gente qua e là -
Continua violenza scandali, imbrogli e mali:
dove son finiti i veri, grandi ideali?”

È vero, il mondo oggi si dipinge a tinte scure,
si esaltano gli equivoci, le scene crude e dure,
soldi e facili successi col “piglia, usa e getta”.
Però, mi si permetta,
non è questa la sola umanità.

Conosco un'altra umanità
quella che spesso incontro per la strada;
quella che non grida, quella che non schiaccia
per emergere sull'altra gente.
Conosco un'altra umanità
quella che non sa rubare per avere,
ma sarà contenta
di guadagnarsi il pane con il suo sudore.

Credo, credo in questa umanità.
Credo credo in questa umanità
che vive nel silenzio, che ancora sa arrossire
sa abbassare gli occhi e sa scusare.
Questa è l'umanità che mi fa sperare.

Conosco un'altra umanità
quella che ora va controcorrente;
quella che sa dare anche la sua vita
per morire per la propria gente.
Conosco un'altra umanità quella che non cerca
mai il suo posto il sole quando sa che al mondo
per miseria e fame tanta gente muore.

Credo, credo in questa umanità.
Credo, credo in questa umanità
che abbatte le frontiere, che paga di persona,
che non usa armi, ma sa usare il cuore.
Questa è l'umanità che crede nell'amore. (2v)

Questa è l'umanità che crede nell'amore.

12 commenti:

  1. RAGAZZI ANCHE VOI ALTRI COME ME, POTETE SCRIVERE UNA POESIA, UNA FILASTROCCA.....
    DAI CE LA DOBBIAMO FARE, SIAMO IN FINALE!!!!!

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  2. Maestra è molto bella la canzone UN'ALTRA UMANITà è molto ritmata ma soprattutto è tanto colorata.
    Faccio i complimenti a Simona Cosimo e Giovanni.

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  3. Cara Daniela, appena torneremo a scuola, dobbiamo fare in modo che anche gli altri bambini siano attivi nello scrivere nel blog...

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  4. maestra quando metti la canzone che abbiamo cantato oggi da gaia della 5D

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  5. maestra tutto il tempo che non mi sono fatto sentire il blog è cambiato completamente!!!!!!!!!!
    FRANCESCO CAGGIANELLA

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    1. Francesco hai perfettamente ragione è molto più bello!!
      =)

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  6. Sabrina lopriore gennaio 13 2012 19:30
    maestra ti volevo dire che ho sentito le canzoni su elebab si canta sono belle ma difficili

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  7. non temere ce la possiamo fare... anzi ne sono certa!

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  8. maestra ti voglio molto bene a giovedì

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  9. sai maestra mi hai propio incuriosita sono miriam della3c ci vediamo ciao e stato bello incontrarti a presto maestra

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  10. o gesu dalla croce mi guardi ogni momento nel cuore ho la tua voce l'ascolto e son contento.con le braccia protese ci stringi tutti al cuore e con le ferite accese santifichi il mio nome.ti amo Gesu santo a fare il dovere mio te lo prometto e intanto benedici il mio dio.

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  11. ti piae maestra l'ho fatta apposta per e sono miriam gervasio della 3c ci vediamo maestra bellissima spero chi tu mi risponda ciaooo

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