Disegno di sfondo di Serena T. |
Se io facessi il fornaio
vorrei cuocere un pane
così grande da sfamare
tutta la gente
che non ha da mangiare.
Un pane più grande del sole,
dorato, profumato come le viole.
Un pane così verrebbero a mangiarlo
Un pane così verrebbero a mangiarlo
dal Brasile, dall'India, dall'Africa,
da tutto il mondo,
i poveri, i bambini,
i vecchietti, gli uccellini.
Sarà una data da studiare a memoria:
Sarà una data da studiare a memoria:
un giorno senza fame,
il più bello della storia.
(Gianni Rodari)
Una tradizione antica
Disegno di Francesco C. |
Ogni giorno impastavano e cuocevano delle piccole pagnotte lievitate, fatte con grano appena macinato, perché il pane preparato con la farina fresca era più buono.
Il forno era molto piccolo, perché se vi cadeva sopra qualcosa di impuro, la legge ne imponeva la distruzione. Ma c’era un pane considerato sacro: il pane azzimo. Aveva un significato speciale, lo mangiavano, infatti, durante la festa di Pasqua, la più importante perché ricordava la liberazione degli Ebrei dalla schiavitù in Egitto.
Prima di continuare il viaggio che li avrebbe condotti fino alla terra promessa, la Palestina, non avevano avuto il tempo di far lievitare il pane secondo l'uso egizio, quindi mangiarono focacce azzime, cioè fatte con pasta non lievitata.
In ricordo del pane mangiato durante l'esodo in Egitto, gli Ebrei, per tutta la settimana di Pasqua,non mangiavano pane lievitato. (Cf. Es 12).
Francesco C.
Il pane azzimo ricordava l'antica festa delle primizie: veniva eliminato il lievito vecchio, fatto con la farina dell'anno precedente, e si preparava il NUOVO LIEVITO in occasione del nuovo raccolto e di nuova farina.
Ricordava la fuga degli Ebrei dall'Egitto, quando non ebbero il tempo per far livitare il pane.
Infine richiamava all'umiltà che bisogna avere davanti a Dio: come il piccolo pezzetto di lievito fa gonfiare la pasta, così l'orgoglio fa gonfiare il cuore dell'uomo.
Ricordava la fuga degli Ebrei dall'Egitto, quando non ebbero il tempo per far livitare il pane.
Infine richiamava all'umiltà che bisogna avere davanti a Dio: come il piccolo pezzetto di lievito fa gonfiare la pasta, così l'orgoglio fa gonfiare il cuore dell'uomo.
Il significato del pane per Elebab
I cittadini di Elebab sanno che Dio creatore dona all’uomo la terra, la pioggia e il sole, ma anche la forza e l’intelligenza per coltivare il mondo e custodirlo. Quindi tutto è frutto della collaborazione tra Dio e l'umanità (Cf. Sal 104,13-15).
Dopo essere stato seminato, il chicco di grano resta sotto terra per alcuni mesi come se fosse morto ma poi germina, si trasforma in spiga che dà numerosi chicchi (simbolo della rinascita).
I raccolti abbondanti garantiscono un nutrimento sicuro e quindi sopravvivenza; ecco perché fin dai tempi più antichi il pane significa vita e immortalità:
- 1. il gusto del pane caratterizza le diverse situazioni della vita: mangiare un pane di “lacrime” o di “cenere” definisce una circostanza triste (Cf. Sal 42,4; Is 30,20) il contrario è un pane di “gioia” (Cf. Qo 9,7).
- Il pane è segno di ospitalità, di condivisione. Mangiare il pane regolarmente con qualcuno significa essere suo amico, godere della sua intimità (Cf. Gv 13,18).
- Il pane è il segno più evidente dell’amore di Dio. Abbondanza di pane indica la pienezza della sua "benedizione". Perciò Gesù insegnò a chiedere a Dio Padre il "pane quotidiano" riconoscendo così la sua provvidenza (Cf. Mt 6,9-15).
- Il pane è la parola di Dio (Cf. Am 8,11). La mancanza di pane è segno del silenzio di Dio.
- Gesù affermò di essere Egli stesso la Parola di Dio (il verbo) e si identificò quindi con il pane (Cf. GV 6,1-15).
- Spesso Gesù parla del "Regno di Dio" come di un campo di grano (Cf. Lc 8,4-8 ; 11-15).
- Nell’ultima cena Gesù prese il pane, lo spezzò, lo diede ai discepoli dicendo: "prendete e mangiate: questo è il mio corpo" (Cf. Mt 26,26).
- “Spezzare il pane“ significava pranzare, ma spesso significa celebrare insieme l’Eucarestia (Cf. At 2,46), cioè la “cena del Signore“ (Cf. At 2,42). L’apostolo Paolo attribuisce un forte significato al pane eucaristico: “il pane che spezziamo ci mette in comunione con il corpo di Cristo. Vi è un solo pane e quindi formiamo un solo corpo anche se siamo molti, perché tutti mangiamo quell’unico Pane”.
Ancora oggi a Elebab i fornai preparano ogni giorno un pane fragrante da condividere con tutti, ma soprattutto con chi è nel bisogno: IL PANE DELL'ACCOGLIENZA.
Per approfondire queste notizie visita il seguente sito: IL PANE NEL MONDO
Come si fa il Pane in Marocco
Il nostro amico Walid ci ha spiegato come si fa il pane in Marocco. Non s'impasta con i macchinari, ma a mano. Si cuoce nei forni a legna.
Una pagnottao costa 20 centesimi.
Ecco la ricetta:
Disegno di Walid |
300gr di farina tipo 0
0,2 lt di latte
2 cucchiaini di livieto di birra granulare
sale
200gr di farina integrale
0,25 lt acqua tiepida
1 chucciaio di zucchero
1 cucchiaio di semi di sesamo
olio
SCUSA MAESTRA SE SCRIVO IN QUESTO BLOG PERO QUANDO VADO SU EMULE A CERCO LA TUA CANZONE INSIEME A TE DI FRACESCO BUZZUATO NON LO TROVA!!
RispondiEliminaPERCHE'??!!THOMAS SAVINI
Ciao Thomas,
RispondiEliminadi tutte le canzoni che ho inserito, ho il cd originale... Non ho provato quindi a cercarle altrove.
A presto <3
RAGAZZI ANCHE VOI ALTRI COME ME, POTETE SCRIVERE UNA POESIA, UNA FILASTROCCA.....
RispondiEliminaDAI CE LA DOBBIAMO FARE, SIAMO IN FINALE!!!!!
maestraaaaaaaaa!!!!!!!! ho visto tutti i disegni tra cui anche il mio!!sono bellissime anche le descrizioni!!!!!insomma a elebab tutto è bello
RispondiEliminaCiao... ti ringrazio... ^_^
RispondiEliminaHai dimenticato però di firmare!
è vero scusami quando l' avevo scritto ero stanco e distratto!!!FRANCESCO CAGGIANELLA
RispondiEliminabellissimo questo blog!!!!io sono una professoressa di religione della scuola media sandro pertini di reggio emilia provero anche io a fare questo lavoro con i miei alunni.
RispondiEliminaPSdico agli alunni che hanno un abravissima maestra e sono fortunati
mamma mia maestra avete letto
EliminaSi ho letto tramite e-mail... ma non ho avuto molto tempo per soffermarmi a rispondere.
EliminaSono contentissima. E' un bellissimo commento.
L'unica cosa che mi spiace è non poter leggere il nome di chi scrive.
Mi raccomando ricordate sempre di firmare almeno con il nome...
A presto ^_^
a scusate la professoressa coe io si chiama rosali trama
EliminaMa questa prof. non esiste.Che razza di prof.sa è questa??????
EliminaSalve Rosali Trama,
RispondiEliminaconosco i nomi dei docenti della Scuola Media "S. Pertini" di Reggio Emilia, ma non mi risulta il suo.
Essendo un blog dedicato all'integrazione e al rispetto verso ognuno, mi sembra opportuno farle notare che questo blog vieni utilizzato dagli alunni che hanno con me affrontato tali temi. Pertanto le chiedo di intervenire con sincerità in queste pagine, altrimenti come moderatrice dovrò cancellare ogni commento inappropriato.
Saluto cordialmente
nn c'è quello ke cercavo
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